ti scrivo per dirti che ti sono vicino. Ti penso
costantemente e ti mando energie positive e di amore.
Ti ringrazio per quello che fai e hai fatto
per me. A volte sei stato duro, però da questa durezza ho imparato, e credo che
mi potrà essere di aiuto nella vita.
Nel periodo della tua malattia ho
cercato di fare tutto il possibile per darti il mio aiuto e per starti vicino,
cercando anche però di rispettarti e di accogliere i tuoi desideri. A volte mi
è stato difficile, poiché una parte di te non accettava di essere aiutato da
me.
Ho sempre avuto un desiderio forte di fare
amicizia con te, e ho sempre sentito questa mancanza, forse questa nostalgia di
un rapporto sereno, amichevole e divertente con te. Questo rapporto è nei cuori nostri, ci è rimasto impresso, durante la tua vita non si è espresso molte volte, eravamo entrambi poco capaci di farci capire dall'altro, entrambi feribili al primo colpo d'occhio, e reagivamo in maniera diversa.
Io vedo la tua anima,
un’anima gentile, divertente, buona, onesta, fragile, profonda, anche se tu la
nascondevi quasi con tutti. Forse per proteggerti. Ma la tua anima è bella e parla con
la mia anima, e noi ci amiamo profondamente. Io, forse per contrasto, ho fatto
del mio tirar fuori l’anima il mio modus vivendi e la mia realizzazione
personale e professionale, esponendomi sempre e profondamente in prima persona
con la mia arte.
Ti invio tutto l’amore che ho nel cuore, ti
sono vicino ovunque ora tu sia, ti sto mandando a distanza
pensieri di amore e di affetto. Secondo la mia esperienza, queste energie
funzionano meglio delle parole, delle cose, dei gesti. Sono certa che tu mi ascolti e sorridi. Profondamente eri molto ironico.
E sei stato grande papà, hai compiuto cose grandi, sei stato bravissimo. E in tuo onore io continuo la mia strada, col tuo supporto trasformato ma sempre presente, con la tua forza in me, e col desiderio di farti ancora inorgoglire di ciò che faccio. So che ora mi capisci più che mai, e scusami se in precedenza non siamo riusciti a comunicare davvero. ma un modo tutto nostro di comunicare e di dirci che eravamo importanti l'uno per l'altro c'è stato, e ce lo siamo detti.
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